Cos’è la Gnosi?
La Gnosi è la conoscenza diretta di se stessi, l’esperienza personale del Reale.
La credenza, in qualsiasi suo aspetto, limita la percezione della realtà, la credenza “a priori” non ci consente di vedere la realtà. Se anziché sforzarci di credere indirizziamo i nostri sforzi a sperimentare, riusciremo magari a percepire quella scintilla di luce che è presente nella nostra interiorità: l’Essenza.
La sperimentazione di ciò è dura a raggiungersi e richiede un notevole sforzo autocosciente. Siamo stati educati a credere pedissequamente, in modo passivo, perciò il notare incongruenze in coloro che insegnano può portarci a sviluppare lo scetticismo e ad aborrire qualsiasi forma di religione. Ma l’esperienza diretta non può essere trasmessa in alcun modo, la Verità può solo essere realizzata individualmente.
L’intuizione, nell’essere umano, è la facoltà che ci consente di percepire la Realtà. Al giorno d’oggi l’intuizione è totalmente svalutata e misconosciuta, lo sviluppo della scienza, dell’intellettualismo, del materialismo, hanno fatto sì che il chakra del cuore, sede dell’intuizione, sia perlopiù bloccato e impossibilitato a manifestarsi.
Ma con la mente non si può “conoscere”. Per conoscere realmente occorre l’anima. Ci hanno sempre insegnato che ognuno di noi già possiede la sua anima, ma il Cristo diceva: Possederete le vostre anime per la vostra pazienza (Luca 21, 19). Ad indicarci che l’anima va conquistata, non facendolo perderemo questa opportunità, ovvero la nostra anima.
Nel testo gnostico Pistis Sophia, Sophia viene sedotta dal desiderio di sapere di più e perde la Luce divina che possedeva, fino a scordarsene. Allo stesso tempo sviluppa l’ego, che imprigiona l’anima nelle tenebre. In qualsiasi religione troviamo la lotta fra i due regni, quello chiaro, luminoso e quello scuro, tenebroso. È questa lotta che viviamo ogni giorno, dentro di noi.
L’ego è ciò che ci impedisce di vedere la Realtà, è come un filtro che si frappone fra noi e il Reale. Noi stessi l’abbiamo creato e non è uno, ma molti… Nel Vangelo troviamo un brano che indica tale molteplicità, quando Gesù si accosta all’indemoniato di Gerasa per liberarlo dal demone che lo possiede, gli chiede quale sia il suo nome, ma questi risponde: Il mio nome è Legione, perché siamo in molti (Marco 5, 9).
Nella Bhagavad Gita, Krishna chiede al devoto Arjuna di uccidere tutti i suoi parenti, riuniti in una valle; egli si impietosisce perché vede la loro malvagità e non comprendendo la loro vera natura vorrebbe perdonarli, ma Krishna lo illumina facendogli capire che tale sterminio è fondamentale per recuperare l’unità dell’Essere e il senso più elevato dell’esistere. Non a caso Arjuna viene anche chiamato Uccisore dei nemici, del vero nemico che alberghiamo dentro di noi, l’ego.
Ognuno di questi nemici, o meglio aggregati, contiene una particella luminosa della nostra anima. L’insieme degli aggregati costituisce il “me stesso” ed è ciò che dobbiamo eliminare se vogliamo seguire il cammino cristico.
Ogni aggregato trattiene un parte della nostra realtà. Ad esempio l’orgoglio racchiude l’umiltà, la fede, mentre l’ira fagocita la pazienza, la mansuetudine… insomma, ogni ego ha miriadi di sfaccettature, impossibile elencarle tutte, ed ognuna ingloba una parte di anima.
Uccidere l’ego equivale a liberare la nostra anima, così come avviene nel mito di Perseo che decapita Medusa.
Perseo è l’eroe, è l’anima che vuole liberarsi, è la volontà che riesce a vincere Medusa.
Medusa è una delle Gorgoni, l’unica mortale, la sua chioma è di serpi (gli ego) e il suo sguardo pietrifica (paralizza).
Perseo la vince grazie all’aiuto di Atena che gli porge uno scudo a specchio nel quale lui può osservare Medusa senza guardarla direttamente negli occhi, così da non soccombere al suo potere ipnotico, e grazie alla spada di Hermes potrà decapitarla. Scappa infine protetto dall’elmo di Ade, il Dio dei morti, che lo rende invisibile.
Dal sangue della Gorgone nasceranno il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso, simbolo della coscienza libera!